Salta al contenuto
Dialoghi InControLuceDialoghi InControLuce
  • Homepage
  • Chi siamo
    • Dicono di noi
  • Blog
  • Contatti
    • Comunità in dialogo
  • Canale YouTube
  • Articoli
  • approfondimento sul tema
    • La scuola innovativa come interrogativo
    • Agio e Disagio al Tempo del Distanziamento Fisico
    • Distanza, presenza e corporeità
    • La scuola inclusiva e la disabilità
    • Regole imposte o co-costruite?
    • Il dialogo continua…
    • L’educazione, la paura e l’immaginazione.
    • Comunità: Idee e pratiche del fare scuola
  • in dialogo
    • Movimenti culturali
    • Piccoli grandi dialoghi
    • La ricchezza delle differenze
    • Come mettere al centro la relazione?
    • Occorre fare poesia
    • La condivisione come valore aggiunto
    • Nessuno è stonato: note per una scuola che ascolta
    • La corporeità tra i banchi di scuola e le finestre di zoom
    • Dentro la molteplicità dei corpi, e non solo
    • Come tu mi vedi. Sguardi, corpi e relazioni nelle classi a distanza
    • Scuola come laboratorio per una società inclusiva
    • Una scuola inclusiva, tra accoglienza dell’altro e valorizzazione della diversità come risorsa
    • Sbagliando s’impara?
    • Scuole e regole. Co-costruiamo?
    • Regole. Come posso non importele?
    • Regole… Cosa ne facciamo?
    • Le regole a scuola
    • Pratiche: continuiamo a raccontare
    • Comunità: chi ne è responsabile?
  • lavori in corso
    • Retroscena InControLuce
    • Preparativi
    • Saluti!
  • Homepage
  • Chi siamo
    • Dicono di noi
  • Blog
  • Contatti
    • Comunità in dialogo
  • Canale YouTube
  • Resta aggiornato
  • Seguici sui Social e
  • Canale YouTube
Categorie
in dialogo

Comunità: chi ne è responsabile?

  • Autore articolo Di Prisca Volta
  • Data dell'articolo 6 Luglio 2021
  • Nessun commento su Comunità: chi ne è responsabile?

Inizia la seconda fase del nostro Dialogo “La comunità c’è?”, in cui ci dividiamo in piccoli gruppi.
Ci ritroviamo in una stanza in quattro: Margherita, insegnate, Elena, psicologa e psicoterapeuta, Linda e Prisca, tirocinanti il psicologia.

Ognuna di noi inizia a raccontare la propria esperienza e sono emerse diverse riflessioni.

Responsabilità e partecipazione nella comunità

All’interno delle scuole sono investiti i docenti della responsabilità di creare comunità, non facendo notare ai ragazzi (o ad altri membri) che anche loro stessi hanno un ruolo all’interno della stessa. Questa complessità nasce dell’implicito che le relazioni nascono spontaneamente, anche se non è sempre così.

Pertanto, una comunità si può generare attraverso l’attivazione di diverse figure, che possono lavorare contemporaneamente:

  • Gli studenti, che possono promuovere relazioni tra loro stessi o verso gli altri (altre classi, con i genitori, con i docenti, con i dirigenti, ecc.);
  • Gli insegnanti, che possono anche realizzare delle attività didattiche (es. lavori di gruppo, l’uso dell’apprendimento tra pari, disposizioni particolari della classe, progetti di sensibilizzazione su temi delicati come la disabilità, ecc.);
  • I dirigenti scolastici;
  • I genitori.
  • …

Tali figure si attivano diversamente anche in funzione dei diversi tipi di comunità e della sua ampiezza, in quanto a seconda dei contesti cambia il concetto stesso di comunità (come i membri la definiscono).

“La scuola di paese (piccola) è aggregante, la scuola è la comunità. I ragazzi passano 3/4 del tempo a scuola con i compagni e gli insegnanti, più tempo rispetto a quanto ne passano a casa. La relazione è molto forte.”

Margherita

Dall’individualismo alla condivisione

Nel momento stesso in cui creiamo una comunità, ciò che accade non è più il problema di un singolo, ma è di tutti i membri, che partecipano alla sua presa in carico e sono tutti responsabili della gestione di queste dinamiche.

“Una pratica può essere affrontare i problemi subito, non nasconderli, ed affrontarli insieme perché non esiste il problema dell’insegnane di matematica, esiste una situazione per cui l’intero team, l’intera comunità, prenderà in carico la situazione. Possiamo farlo perché è una scuola piccola, ma agiamo (come comunità docente) in maniera compatta e coesa e questo dà ai ragazzi forza perché sentono la familiarità educativa, come succede in casa: mamma e papà che vanno d’accordo e discutono con i figli. […] Anche l’ora extra, forse non retribuita, è mettersi al servizio di una comunità.”

Margherita

Generiamo altre domande

Le nostre riflessioni ci hanno portato a dire che creare comunità nelle scuole di paese, di piccole dimensioni, è possibile. Ma come possiamo farlo anche in contesti più ampi? Come questi contesti possono stare nel tempo presente e discutere i problemi insieme? E anche nei contesti più piccoli, come facciamo a “non perdere la rotta” e continuare a proseguire l’obiettivo di stare in comunità?

  • Tag comunità, dirigenti, genitori, insegnanti, membri, partecipazione, responsabilità, studenti

← Pratiche: continuiamo a raccontare → Comunità: Idee e pratiche del fare scuola

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Resta aggiornato
  • Seguici sui Social e
  • Canale YouTube
  • Resta aggiornato
  • Seguici sui Social e
  • Canale YouTube

Argomenti

  • approfondimento sul tema (8)
  • in dialogo (19)
  • lavori in corso (3)

Articoli

  • Comunità: Idee e pratiche del fare scuola 19 Luglio 2021
  • Comunità: chi ne è responsabile? 6 Luglio 2021
  • Pratiche: continuiamo a raccontare 29 Giugno 2021
  • L’educazione, la paura e l’immaginazione. 9 Giugno 2021
  • Il dialogo continua… 6 Maggio 2021

Informazioni su questo sito

Questo sito nasce per promuovere riflessioni compartecipate attraverso dialoghi in atmosfera post-moderna.

Come trovarci

Informazioni
info@dialoghincontroluce.it

Seguici sul nostro Canale YouTube

Visita le nostre pagine Social Facebook e Instagram

© 2022 Dialoghi InControLuce

Informativa privacy

Powered by WordPress

All'inizio ↑ Su ↑