Categorie
approfondimento sul tema

L’educazione, la paura e l’immaginazione.

Paura, speranza, Immaginazione

A questo punto la palla ritorna a Roberto e ad Anna per un’ultima battuta in questo dialogo.

Roberto riprende dalla domanda rimasta aperta nella prima parte del dialogo: come hai affrontato la paura di quella ragazza?

“Quello che ho fatto io è stato appellarmi al mio bagaglio di esperienze e di studi e pensare che ciò che ha valore non è semplicemente saper riportare bene una nozione, ma a volte può essere molto significativo qualcosa di non convenzionale come una canzone o un racconto… Pensando ai soggetti con cui lavoro, cioè i miei studenti, all’età che hanno, una delle cose che a loro invidio è la capacità di immaginare. La risposta a quella mia paura è stato provare a stimolare la loro immaginazione per vincere la mia paura e ridarci un po’ di speranza, non pensare che i miei studenti siano solamente dei soggetti da normare, dei corpi da disciplinare all’interno di determinate regole, gestualità, ma che abbiano anche la responsabilità di accorgersi quando le cose non vanno bene, quando subiscono determinate situazioni, magari le vivono anche come non giuste. Avere quindi la capacità di immaginare qualcosa di diverso”.

E così riprende i fili del dialogo anche Anna.

“Il ragazzo che ha paura teme che l’avere paura sia qualcosa di non normale, mentre dire che in certi contesti avere paura è qualcosa di sano, dà al ragazzino il senso che le emozioni devono essere vissute per affrontare il mondo e affrontare le cose. La condivisione, mettersi nei panni dello studente è un momento fondamentale per capire come lui – lui e non noi quando avevamo la sua età! – come lui vede il mondo. Riferendomi alla paura [della studentessa: “siamo noi responsabili?”], questa va valorizzata perché dimostra una grande presa di coscienza, dare risposte a queste domande è qualcosa di molto vasto, ma valorizzare i sentimenti porta i ragazzi alla normalità perchè quello che temono è di provare sentimenti che non sono nella normalità”. 

Nel dialogo abbiamo così compiuto un movimento, dalla paura alla speranza attraverso l’immaginazione. Parlandone abbiamo l’impressione che la paura si sia rimpicciolita. 

Il dialogo continua…

Di Emilio Ruffolo

Emilio Ruffolo, Psicologo Psicoterapeuta ad orientamento Interazionista, lavora in ambito clinico. Collabora al progetto educativo "Le Terre di Castalia" in qualità di referente psicopedagogico nonché al progetto GruppoNASCITA in cui si occupa di promozione della salute in ambito perinatale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *