Co-costruiamo? Con chi?
A: Secondo me, è molto banale dire “scuola”, in realtà è un’istituzione fatta di persone, soprattutto in termini di status, che spesso non si conoscono.
Nella mia esperienza faccio quello che credo giusto, ovviamente mi devo attenere alla burocrazia, però mi rendo conto che le cose che ci vengono imposte sono una cosa statica, che ruba tempo, fatte di tradizioni. Perché devo riempire così tanti fogli di carta?
Più che una questione di co-costruzione, prima è un processo di riflessione individuale. Bisognerebbe chiedersi: “Cosa posso fare di bello ed autentico per realizzare il mio obiettivo?” Mi sento sola in questo, non riesco a sviluppare l’aiuto degli altri.
B: A me ha colpito quando Colombo diceva: “la regola è tale, non solo se la assumiamo, ma anche se ne facciamo una riflessione.” Pertanto, riprendendo quanto dicevi sulla burocrazia nelle scuole, mi viene da chiedermi: “A cosa serve riempire quei moduli? Che funzione hanno?” Forse ci danno la possibilità di interfacciarci con chi queste carte le legge. Potrebbe essere un nesso di comunicazione, ma è una comunicazione unidirezionale basata sul messaggio (come la comunicazione delle regole verso i bambini).
C: Nelle scuole, il concetto di regola è più imposto da quanto c’è il covid, ma quali sono, soprattutto nella relazione tra insegnanti e bambini, i metodi per co-costruire? Quanto può essere reso partecipe il singolo ragazzino nella co-costruzione della regola? Quali sono i limiti della co-costruzione? Quando può avvenire e quando è un po’ più complessa da portare avanti?
D: Collegandomi a quanto diceva A., c’è una distinzione tra l’intendere scuola come insieme di persone, in cui ognuno va da sé, e una scuola che cerca di costruire un metodo e che coinvolge anche gli alunni nel farlo. Inoltre, mi ha colpito non aver parlato di responsabilità. In che modo tutti i ruoli nella scuola sono chiamati a dare un contributo?
Co-costruire con i bambini è possibile!
B: Con tutti i bambini è possibile co-costruire la regola. Bisogna evitare di sollecitare una prestazione corretta e allenarli all’utilizzo del senso critico. In altre parole, non bisogna imporre di fare o non fare qualcosa, ma bisogna permettergli di comprendere il perché, spiegando e dando significato alle regole. Pertanto, mi viene più da domandarmi: “Come possiamo promuovere la co-costruzione, anche là dove ci troviamo davanti a una cultura che ostacola queste modalità operative?”
A: La difficoltà di co-costruzione più che altro la si trova fra i colleghi (insegnanti). Mi scontro con mentalità vecchissime, che portano avanti la scuola fatta in un determinato modo. Io propongo cose nuove ma sento la resistenza, mi scontro con una rigidità. Co-costruire con i bambini è sempre possibile, anche adattandosi alle loro capacità. Ma vedo molto individualismo, è il singolo insegnante che decide di fare un percorso di crescita, domandandosi cosa è giusto. Per me la scuola non è solamente un luogo, ma è un posto in cui bisogna stare bene e non solo insegnare nozioni. La difficoltà sta nell’interagire con una comunità più ampia (di colleghi).
B: È proprio quello che intendevo: tu puoi essere responsabile e co-costruire con i bambini nel gruppo classe, ma come puoi far capire a ogni singolo insegnante che anche lui ha una responsabilità nelle modalità educative e che non si tratta solo di insegnare una prescrizione?
D: Quindi come si fa a promuovere una co-costruzione?
Se ci stiamo dicendo che l’effetto e l’efficacia dipende dal docente e varia con esso, mi viene più da chiedermi: Come promuovere il co-costruire, a partire dagli adulti all’interno della scuola?
Forse lo sviluppo di competenze dei bambini non è soltanto una funzione dei singoli insegnanti, ma può essere un processo che vede coinvolti anche gli insegnanti stessi, nel rispondere alle esigenze degli studenti. Gli alunni potrebbero non essere gli unici destinatari di questo processo, potrebbero esserlo anche gli insegnanti, chiedendosi come possono migliorare il proprio lavoro.
Che domande ci poniamo?
C: Un aspetto centrale è il problema di co-costruire insieme agli altri (adulti). Quindi, come promuovere la co-costruzione, soprattutto tra insegnanti, genitori e dirigenti?
A: Anche la responsabilità. Perché la gente fa fatica ad assumersi la responsabilità?
B: Forse questa domanda la riformulerei in: Come possiamo sollecitare la responsabilità individuale di ciascuno?
C: Volevo aggiungere che il nuovo sistema di valutazione, il quale non funziona più a voti ma a livelli, ha l’obiettivo di orientarsi verso lo sviluppo di competenze del bambino. Ma anche questo è stato un po’ calato dall’alto: anche gli insegnanti si trovano in difficoltà nell’utilizzarlo. Bisogna capire insieme come ridare valore a questo passaggio. Anche questo è un processo di co-costruzione verso una nuova idea di scuola e di valutazione. Come si riescono a gestire queste nuove possibilità?
B: Pertanto, stiamo dicendo che il nuovo metodo di valutazione basato su competenze e capacità non è stato condiviso tra dirigenti, insegnanti, genitori e bambini. Come possiamo promuovere la co-costruzione di questi passaggi di condivisione?
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Questo è un piccolo estratto del gruppo condotto da Giorgio Bordin.
Grazie ai partecipanti per aver realizzato questo dialogo.