Come promuovere una didattica inclusiva? In che modo risaltare le differenze e le peculiarità di ciascuno all’interno del contesto classe? E quali ruoli possono contribuire alla costruzione di una realtà scolastica sempre più inclusiva e capace di mettere in rilievo risorse e capacità di ciascuno? Queste alcune delle domande approfondite e sviscerate dalle relatrici, dott.ssa Federica Marci e la dott.ssa Giuliana Fornaro nel dialogo sul tema inclusione scolastica e disabilità. Un tema questo da tempo argomento dibattuto e soggetto ad ancor più attenzione nel periodo del lockdown. Attenzione che ha portato la comunità a interrogarsi circa lo sviluppo di un’istituzione scolastica, e di una comunità educativa, capaci di rispondere alle esigenze di ciascuno.
Nel corso della prima parte del dialogo le relatrici hanno condiviso come storicamente siano già stati compiuti dei passi significativi. Uno dei principali è risultato il passaggio dalla cultura dell’integrazione alla cultura dell’inclusione. Al contempo, è stata evidenziata l’importanza di spostare sempre più il focus dal “programma didattico” come imperativo a cui tutti gli alunni devono piegarsi. In che modo? spostando l’attenzione sulla soggettività di ciascun alunno, valorizzandolo e potenziando le sue risorse.
Il dialogo nel piccolo gruppo prende avvio
Il dialogo in piccolo gruppo si è aperto, dunque, a partire da queste prime riflessioni; gli interlocutori e le interlocutrici coinvolte non si sono affacciate al confronto con l’obiettivo di uscirne con risposte definitive e soluzioni assolute. Bensì, consapevoli della generatività della condivisione e spinti dal desiderio di ampliare le proprie prospettive e di scoprire nuove rotte verso cui dirigersi.
Ma chi sono i protagonisti di questo dialogo? Abbiamo Rossano, appassionato insegnante di sostegno in una scuola media; Pina, docente presso un liceo e interessata ad ampliare il proprio sguardo sul tema; Anna, proveniente dalla realtà del circo, mondo per eccellenza, come la stessa Anna riporta, in cui le diversità individuali si impongono come valore aggiunto; Bruna, socia dell’associazione Epimelia, interessata al tema e ad esplorarne possibilità di sviluppo; Giulia, psicoterapeuta e madre, desiderosa di inserirsi in un confronto produttivo.
Dopo un primo momento di presentazione che ha consentito di cogliere e valorizzare l’eterogeneità del gruppo, la discussione si è aperta partendo da una domanda. L’interrogativo posto è andato nella direzione di esplorare possibili strategie da mettere in campo con la ripresa del nuovo anno scolastico; facendo attenzione in particolare ad azioni finalizzate a promuovere e favorire l’inclusione. Questo, senza dimenticare le incertezze e i dubbi relativi alle modalità con cui tale ripresa prenderà forma.
Inclusione e scuola: una responsabilità di tutta comunità
Il dialogo nel piccolo gruppo si anima; a partire dalle esperienze professionali e personali di ciascuno, si iniziano a tessere trame inedite. Esse risultano frutto della pluralità di punti di vista e della molteplicità di spunti di riflessione emergenti.
Chi rende inclusiva la scuola? Il preside, lo staff, i docenti. […] Ognuno dovrà essere fantasioso, cercare delle opportunità. Anche coinvolgendo le associazioni che ci sono, le biblioteche, i teatri. […] In questo modo la scuola può diventare inclusiva, non solo per i ragazzi con la 104 o i DSA ma diventa inclusiva per tutti.
Una possibile strategia che si configura, dunque, risulta una partecipazione attiva di tutto il territorio. Essa risulterebbe funzionale a rendere la realtà scolastica inclusiva e capace di accogliere esigenze e bisogni di ciascuno. Una realtà, quella scolastica, che non si esaurisce con i confini fisici delle aule; bensì, essa si estende su tutto il territorio, includendo tutti gli attori che ne fanno parte. Attori che possono esercitare una funzione significativa in questo importante processo.
Nel gruppo, quindi, si condivide l’esigenza di accendere e tenere vivo un dibattito sano e produttivo entro la comunità. Un dibattito che consenta di rimettere al centro la scuola e l’inclusività, intesa come processo non meramente delegato ai ruoli scolatici ma di responsabilità dell’intero contesto.
Inclusione e scuola: il ruolo dei docenti e del gruppo classe
Nell’interrogarsi e nel riflettere assieme, non mancano all’interno del gruppo riferimenti alle proprie esperienze e a sperimentazioni riuscite e funzionali.
La partecipazione attiva dei team docenti risulta un primo potente strumento; la creatività dei docenti, la capacità di adattare le lezioni alle esigenze rilevate, nonché il fornire “più frecce possibili agli alunni in modo che essi possano scegliere quali utilizzare” emergono come canali efficaci da potenziare.
Allo stesso tempo, l’utilizzo del gruppo classe emerge una risorsa essenziale per favorire l’inclusione. Altra strategia che emerge riguarda il coinvolgimento degli studenti in attività di apprendimento cooperativo in cui ciascuno possa dare il proprio contributo e supportare i propri compagni; essa viene descritta come strategia elettiva per perseguire sempre più l’obiettivo dell’inclusione scolastica.
Inclusione e scuola: la diversità, da problema a risorsa
Nel costruirsi del dialogo il focus si concentra sul tema della diversità. Il gruppo si sofferma su come la diversità, piuttosto che elemento di discriminazione o esclusione, si configuri come aspetto che accomuna tutti gli individui.
In tal senso, ciò che la scuola può fare è favorire l’espressione di queste molteplicità; questo, anche attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi, come le nuove tecnologie. Il loro impiego non va però pensato con il fine di “adeguare” il singolo al sistema-classe. Bensì, come strumento utile a consentire a ciascuno, al di là della condizione di partenza, di poter esercitare un ruolo da protagonista nella propria classe.
Inclusione e scuola: fare spazio all’altro dentro di sé
Io dico che ciascuno di noi è diverso. Ognuno di noi ha delle diversità che a volte lo possono mettere fuori da quello che noi classifichiamo normale; credo che ci debba essere uno sforzo da parte di tutti. Ciascuno di noi deve entrare nell’ottica dell’accoglienza dell’altro, del diverso chiunque esso sia; è come se ciascuno di noi deve fare spazio dentro di sé all’altro.
Le parole che emergono dal confronto in gruppo risuonano tra le pareti della stanza virtuale che ci sta ospitando. Parole incisive ma che ben sintetizzano forma e direzione assunte dal flusso di narrazioni prodotte dagli interlocutori e dalle interlocutrici presenti. Inclusione come accoglienza dell’altro, e dunque, inclusione come capacità di fare spazio all’altro dentro di sé, a prescindere da chi esso sia. Una responsabilità, questa, certamente dell’istituzione scolastica, dei docenti, del gruppo classe; ma un dovere anche della comunità, di cui ogni studente fa parte e contribuisce a tenere viva.
Il dialogo in piccolo gruppo giunge al termine; cosa si è generato?
Molteplici le proposte e gli spunti generati dal gruppo, agevolato in ciò dalla diversità di prospettive ed esperienze; diversità che, come emerso nel corso del dialogo, anche in questa occasione si sono confermate come risorsa da sfruttare e non come impedimento o limite. Svariate strategie si è detto, accomunate da un assunto, quello che vede l’accoglienza e l’apertura verso l’altro come passo preliminare essenziale…
…il tempo di questa seconda fase del dialogo giunge ormai a conclusione; il gruppo si accinge a tornare in plenaria, pronto a condividere quanto generatosi nel dialogo e ad accogliere le prospettive degli altri gruppi. Ma quali aspetti, tra quelli emersi, portare nel grande gruppo?
–L’importanza di un’attivazione a livello territoriale, poiché, come emerso, la promozione dell’inclusione risulta responsabilità di tutti, nessuno escluso;
-L’abbandono di schemi rigidi e predefiniti di gestire il percorso scolastico, a favore di una didattica sempre più calata sulle esigenze degli alunni e sulle loro specificità;
-L’utilizzo del gruppo classe come risorsa e di forme di didattica sempre più promotrici dell’interazione e dello scambio di competenze tra pari;
-Da ultimo, ma non per importanza, il tenere sempre aperto uno spazio per l’altro, simile a ciascuno di noi, nella diversità che ci accomuna, più di quanto possiamo immaginare.
Questi alcuni degli spunti che il gruppo ha scelto di offrire in plenaria; considerazioni che si sono amalgamate e intrecciate con quelle degli altri e delle altre protagoniste dell’incontro.
Il dialogo si è animato…che ora possa continuare…attraverso tutte le forme che esso può assumere.