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in dialogo

La corporeità tra i banchi di scuola e le finestre di zoom

  • Autore articolo Di Silvia Corchia
  • Data dell'articolo 24 Luglio 2020
  • Nessun commento su La corporeità tra i banchi di scuola e le finestre di zoom

Durante il terzo incontro di Dialoghi InControLuce le Dottoresse Jessica Neri e Arianna Mainardi hanno presenziato come ospiti esperte. Le Dottoresse hanno introdotto gli aspetti legati al vissuto dell’identità corporea, intesa qui, come quella visione che il bambino o l’adolescente assume di sé stesso e del proprio corpo entro l’ambiente Scuola e attraverso i diversi scambi che lo caratterizzano.

Il focus dell’intervento è stato l’esperienza della corporeità all’interno del nuovo e semisconosciuto strumento della DAD (didattica a distanza).

Conoscersi per condividere

La seconda parte dell’incontro, come di consuetudine, ha previsto la condivisione di riflessioni, opinioni e scambio di suggerimenti operativi nei piccoli gruppi di partecipanti, guidati nella riflessione da una figura facilitatrice. Nel gruppo di cui racconto la facilitatrice è la stessa Jessica, che prima aveva ricoperto il ruolo di relatrice.

Il confronto inizia con la richiesta di presentarsi e riportare agli altri partecipanti ciò che nella prima parte ha catturato più la loro attenzione.

Piattaforma interattiva e visione di sé

Marta, promotrice e parte del team Dialoghi InControLuce, madre e psicologa si è trovata a gestire, secondo le due diverse prospettive, tutte le implicazioni che la didattica a distanza e il virus hanno avuto sul vissuto della corporeità.

Come psicologa ha lavorato tramite Skype e Zoom e sottolinea l’interessante aspetto di “vedere” il corpo nostro e degli altri durante le interazioni quotidiane. Mentre in presenza vediamo il corpo dell’altro davanti e del nostro abbiamo solo una certa prospettiva, sulle piattaforme interattive possiamo vederci e concentrarci anche sul nostro movimento.

Così come noi, quindi, anche i bambini si sono potuti scoprire nelle piccole finestrine offerte dalle varie piattaforme della didattica a distanza “usandole come specchio”, cosa che non sarebbe avvenuta in presenza.

Marta allinea questa riflessione a una nota dell’intervento iniziale: la costruzione della corporeità è modulata a seconda del contesto in cui il bambino si trova ad interagire e confrontarsi. Esso cambia continuamente nell’ambiente scolastico, così come si concretizza in modo diverso all’interno dello spazio online con la DAD.

Jessica rielabora come gli indicatori che si utilizzano per stare nella relazione e nelle varie situazioni sono diversi a seconda del contesto interattivo. In che modo questa consapevolezza può diventare utile nella formazione scolastica?

Contestualizzazione dei vissuti

Nella fase di presentazione è il mio turno, sono una neolaureata e tirocinante post-laurem di Psicologia e grazie al tirocinio ho potuto entrare a far parte di questo progetto. Non ho fatto esperienza diretta dei temi trattati o di cosa potesse comportare svolgere delle lezioni telematiche in termini di identità e vissuto del corpo, dato che non sono né studentessa né docente.

Tuttavia la mia esperienza di tirocinio a distanza si collega con alcuni aspetti sottolineati da Marta e ancor prima dalle relatrici: la contestualizzazione del vissuto del corpo. Ho provato a immaginare come nella DAD molti dei contesti, avvenimenti, gesti e spazi abitati che inavvertitamente ci definiscono come persone e costruiscono la nostra identità corporea vengano meno. Tra questi il cambio dell’ora, la ricreazione, l’interazione con l’insegnante e con i compagni al di fuori della “semplice” lezione frontale.

Lo schermo come scudo dalle minacce corporee

Marzia, psicologa, lavora da molti in anni in ambito scolastico, aggiunge ai contributi precedenti un nuovo spunto di riflessione: il tema del corpo è significativo ancor più all’interno della scuola dell’infanzia, nella fascia d’età in cui la verbalizzazione è in costruzione, mentre l’azione in movimento costruisce l’interazione in modo prevalente.

La scelta di rendere la didattica a distanza è stata accettata come protezione in seguito a un’emergenza sanitaria e lo schermo è così diventato qualcosa che protegge lo studente, con il possibile implicito significato che l’altro possa essere portatore di qualcosa di minaccioso.

Vi è il rischio che questo mezzo di comunicazione, ormai diventato fondamentale, possa sviluppare il timore di ritrovarsi in presenza fisica con l’altro? Di giungere, infine, alla visione del nostro corpo come più fragile del corpo dell’altro, percepito come pericoloso per la nostra incolumità fisica?

Jessica a questo punto suggerisce come diverse forme di interazione siano cambiate a causa del Covid-19 e della situazione che ne è derivata. Per questo potrebbe essere utile elaborare e delineare delle pratiche operative da mettere in campo all’interno delle professioni in ambiti legati alla didattica e all’educazione.

Il sapore del confronto personale

Un altro contributo arriva da Alice, psicologa che lavora nelle scuole. Propone una prospettiva personale su scenari e possibilità offerte dalla vita in rete. Secondo il suo vissuto essa è diventata sempre di più un’esperienza di perdita dell’identità e del confronto personale. Tutta la magia della situazione cosiddetta in presenza sarebbe risucchiata dallo schermo, quando questo diventa la prioritaria, se non unica, forma di interazione. Questo farebbe perdere il sapore del confronto personale in cui l’interazione può portare a una trasformazione reciproca.

Varietà interattiva e approccio normativo

Camilla, infine, studentessa di Pedagogia e educatrice presso l’Associazione Epimeleia, ritiene che molti docenti quando parlano di interazioni online e social hanno un approccio normativo. Con questo intende dire che considerano soprattutto i pericoli dell’incontro online. Senza contemplare la vastità di un mondo virtuale in cui i ragazzi costruiscono le proprie relazioni con regole implicite e buone norme.

Questo intervento chiude il cerchio del dialogo nel piccolo gruppo che rimarrà aperto a molti interrogativi, ma arriverà alla conclusione arricchito da svariati spunti di riflessione.

E ora?

Se tutto è online che cosa resta della presenza faccia a faccia ?
Nel momento in cui la parte offline dell’interazione a scuola viene meno nella didattica a distanza, come cambia la relazione online?
Immaginando ci siano cambiamenti nella didattica futura, come rendere possibili le relazioni tra studenti sulle piattaforme interattive?
Gli importanti momenti di riconoscimento informale, di condivisione, all’interno della scuola quali spazi possono trovare online e quali modalità di realizzazione?

Il gruppo traccia i punti principali di ciò che è stato detto, tante domande sono sorte e sembra che l’idea di una prassi chiara da mettere in pratica nel prossimo futuro non ci sia o comunque sia ancora da delineare. Che il dialogo continui…

Alla stesura di questo articolo hanno contribuito Giulia Portugheis e Camilla Girotti, laureata in filosofia e laureanda in Culture, formazione e società globale, formatrice.


Di Silvia Corchia

Laurea in Psicologia Clinico-Dinamica, tirocinante post-lauream

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