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in dialogo

La ricchezza delle differenze

  • Autore articolo Di Valentina Manca
  • Data dell'articolo 2 Luglio 2020
  • Nessun commento su La ricchezza delle differenze

Appunti di viaggio dal Dialogo “La scuola innovativa e la cultura dell’emergenza”

“Mi rendo conto che siamo davanti a problematiche diverse
anche se il problema è simile.”

Con queste parole Alessandro, al termine dello scambio  tra esperienze e sguardi che parlano di contesti e competenze differenti fra loro, ha saputo mettere in luce come proprio a partire dalle differenze sia stato possibile, nel dialogo, esplorare molteplici sfaccettature della poliedrica “realtà scuola”. Realtà che viene definita “problematica”, non tanto in relazione all’emergenza sanitaria che sta attraversando le vite di tutte e tutti, ma ad una condizione pregressa che la situazione d’emergenza ha permesso di osservare da un nuovo punto di vista.

Le voci di Alessandro, Valeria, Giacomo e Manuele -che hanno dato corpo al dialogo nel nostro piccolo gruppo- provengono infatti da città diverse (Padova, Bologna, Brescia), abitano diversi spazi formativi (dai Servizi 0-6 alla formazione universitaria passando per le Scuole Secondarie di Secondo Grado) e ricoprono ruoli differenti (consulenza e psicologia scolastica, insegnamento, formazione ed educazione). 

Incontrandosi, questi molteplici sguardi hanno dipinto un contesto scolastico e formativo riorganizzato negli ultimi mesi sul timore della responsabilità giuridica. Spesso chi si è trovato in posizioni dirigenziali, e dunque più esposto ad essa, ha dato priorità all’applicazione della norma e dei protocolli sanitari, a partire dalla domanda: “Come continuo a fare scuola come prima pur mettendo in pratica le nuove norme sanitarie?” anziché “Come a fronte del nuovo scenario possiamo reimmaginare il ruolo e i modi della Scuola e mettere al centro la salute di tutte e tutti?”. Come ben descrive Marta Pinto

“È come se la casa andasse a fuoco ma all’ora di pranzo, ci si organizzasse per mettersi a tavola nonostante le fiamme: si tira fuori dal rogo il tavolo incenerito, uno sgabello fuso e qualche posata, per salvaguardare la normalità attraverso la routine.”

in “La scuola innovativa come interrogativo“

Un procedere quindi che mette in luce una tendenza al tornare al ripristino senza mettere a critica la normalità di prima.

Come stiamo ripensando la Scuola?

A partire dalle proprie esperienze, dalla propria capacità di improvvisare(si) e dalle esigenze raccolte nei diversi contesti, le e i protagonisti di questo dialogo hanno tratteggiato altre possibilità -agite o  prospettate. Possibilità di tramutare in occasione generativa la situazione emergenziale secondo diverse prospettive:

  • occasione per generare nuovi scambi relazionali e interattivi di gruppo a partire dal favorire una co-costruzione di senso rispetto alle trasformazioni delle biografie a fronte della pandemia;
  • occasione per sperimentare forme di didattica inclusive e interattive che mettano al centro non tanto l’accrescimento di conoscenze quanto l’acquisizione di competenze (anche a partire dalla frustrazione di chi in questi mesi ha puntato ad una formazione nozionistica e valorizzando le esperienze di chi ha sperimentato altre vie);
  • occasione per la Scuola (ogni ordine secondo le proprie prerogative) di diventare luogo aperto attraversato da diverse figure in dialogo e in cooperazione tra loro, nella direzione della costruzione di una comunità educante cui tutte e tutti possano partecipare;
  • occasione per il corpo docente (talvolta “allo sbaraglio” dinanzi alla situazione inedita e spesso fortemente orientato a rimettersi in discussione) per ripartire da sè, ascoltarsi e immaginare insieme nuove prospettive per fare ed essere scuola.

Un’ulteriore riflessione emersa dal praticare in questi mesi le forme di Didattica a Distanza è relativa al ruolo ricoperto da studenti e studentesse nel processo formativo. Viene infatti individuato come obiettivo di una didattica che possa dirsi formativa l’accompagnare studenti e studentesse a chiedersi “ma io allora esisto? Ha quindi valore il mio esserci in questo processo, con il mio linguaggio e le mie peculiarità?”, restituendo loro un ruolo principe in una dinamica di sapere non dato bensì costruito processualmente e dialogicamente. Compito che nell’aula virtuale è risultato complesso da perseguire, ma non per questo sacrificabile.

Interrogativi aperti

Ci siamo lasciati e lasciate quindi con alcune prospettive che illuminano possibili futuri per una Scuola che voglia ripensarsi e con due preziose domande, volutamente rimaste aperte:

  • come (sia nel virtuale che nell’incarnato) migliorare l’interazione? come far funzionare l’aula in maniera più dialogica?
  • quali indicatori ci possiamo dare oggi per leggere le esigenze del contesto scolastico? 
  • Tag comunità educante, comunità scolastica, didattica a distanza, differenza, scuola

Di Valentina Manca

Formatrice, psicologa scolastica e clinica a Padova. Specializzata in Psicoterapia Interazionista. Socia di APS Epimeleia, centro di formazione, ricerca ed educazione. Si occupa di educazione al genere e alle differenze, promozione della salute, prevenzione e contrasto delle diverse forme di violenza di genere.

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