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La scuola innovativa come interrogativo

CAPITOLO II

La scuola e il discorso psicologico

quale cultura, quale emergenza?

Secondo quadrimestre a.s. 2019-2020: emergenza covid19. Decreti e applicazioni, Scuole chiuse e condizioni insolite, temporeggiare, improvvisare, aggiornarsi.

Riprendendo la descrizione in fasi:

  1. viene individuata un’emergenza sanitaria
  2. viene regolamentata politicamente la vita sociale (strategia di gestione)
  3. cambiano alcune condizioni operative del fare scuola
  4. queste condizioni vengono considerate intrinsecamente problematiche 

Entra in scena il “trauma”: viene diagnosticato, previsto, minacciato; le categorie psicologiche si collocano diligentemente a subordine di quelle sanitarie cercando una legittimazione per continuità al piano sanitario (A. Salvini, 2007).

normalità versus anormalità

In risposta la scuola si rinnova per preservare la normalità.

Nell’esperienza di una situazione come quella dei recenti mesi, normalità vs anormalità si direbbe ben più che una dicotomica narrazione della realtà. Un baluardo di certezze caro e irrinunciabile si nasconde nella sua retorica: il tesoro sepolto sull’isola deserta.

In termini di metodo possiamo chiederci: garantire la normalità che c’era prima è un presupposto d’innovazione ? “è ridicolo dover fare l’appello in queste circostanze, io tutte le mattine impiego quaranta minuti per farlo!” dice divertita una professoressa delle scuole superiori. A volte ciò che c’era prima viene completamente trasformato dalle nuove circostanze!

È come se la casa andasse a fuoco ma all’ora di pranzo, ci si organizzasse per mettersi a tavola nonostante le fiamme: si tira fuori dal rogo il tavolo incenerito, uno sgabello fuso e qualche posata, per salvaguardare la normalità attraverso la routine.

Ma questa visione dicotomica tra normale e anormale, non amplifica il divario tra un prima e un dopo? Irrigidendo il normale in una sorta di commemorazione continua.

Di Marta Pinto

Psicologa Psicoterapeuta Interazionista, laureata e specializzata a Padova, lavora in ambito clinico e collabora con scuole attraverso progetti e supervisioni.

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